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martedì 30 aprile 2013

Il commissario Montalbano, Una voce di notte: riassunto


Il commissario Montalbano, Una voce di notte: È il quarantanovesimo compleanno del commissario Montalbano (Luca Zingaretti), ma se non fosse per una telefonata mattutina di Livia lui neanche se ne ricorderebbe. Dopo quella telefonata e il solito caffè in terrazza, Salvo parte per il commissariato, trovandosi poi alle prese con un ragazzo su di giri che prima lo insulta alla guida, e poi ad un distributore lo minaccia con una mazza. Per tutta risposta il commissario lo arresta e lo porta lui stesso in commissariato, affidandolo a Galluzzo (Davide Lo Verde).

Quando il poliziotto lo accompagna in carcere si scopre che si tratta di Giovanni Strangio(Andrea Croci), il figlio scapestrato del presidente della Provincia di Montelusa (Saverio Marconi). E questo è un bel problema per Montalbano, che ha pestato i piedi ai potenti e viene quindi richiamato dal questore, che teme conseguenze anche sulla propria carriera.
I problemi della giornata non finiscono però lì. Arriva infatti la chiamata per un furto avvenuto in un supermercato della zona, che Salvo sa appartenere alla famiglia mafiosa dei Cuffaro. A denunziare il furto è stato il direttore del supermercato, Guido Nicotra (Saro Minardi), ma da subito al commissario, a Augello (Cesare Bocci, qui la nostra intervista) e Fazio (Peppino Mazzotta, qui la nostra intervista) la situazione appare più complicata del previsto.
Non esiste infatti alcun segno di scassinamento, e si pensa che il furto possa essere stato compiuto da chi ha le chiavi. Ma le chiavi le possiede solo il direttore e il consiglio di amministrazione. Il direttore sembra davvero spaventato, e la polizia non crede sia stato lui a rubare i 100 mila euro, incasso di una giornata. Piuttosto Montalbano è convinto che qualcuno voglia incastrare l’uomo, forse gli stessi Cuffaro.
A complicare ulteriormente le cose c’è il fatto che il presidente del consiglio d’amministrazione èl’onorevole Mongibello (Sebastiano D’Angelo), avvocato di fiducia della famiglia Cuffaro, e Salvo si ritrova quindi ancora una volta a che fare con la politica, sapendo di rischiare ancora per la sua carriera.
Quando il direttore Nicotra si suicida, impiccandosi nel suo ufficio, la situazione sembra precipitare. L’onorevole Mongibello, infatti, minaccia un’interpellanza parlamentare sulla vicenda, affermando che la responsabilità di questa morte è da attribuire a Montalbano e ad Augello, che hanno interrogato in modo molto rude Nicotra, accusandolo di essere complice dei ladri. A questo si aggiunga Ragonese (Filippo Brazzavente), che durante un servizio su Tele Vigata non perde occasione per accusare il commissario e il suo vice del suicidio di Nicotra.
Grazie a Pasquano (Marcello Perracchio) Montalbano scopre che Nicotra non si è suicidato, ma è stato ucciso. Il problema è che il dottor Pasquano non può metterlo per iscritto, perché qualsiasi avvocato potrebbe con molta facilità far cadere questa ipotesi. Montalbano si trova quindi con le mani legate, non potendo diffondere le risultanze dell’autopsia che incastrerebbero i Cuffaro e riabiliterebbero se stesso e Mimì.
Intanto c’è un altro delicatissimo caso che Salvo deve affrontare, quando viene trovata uccisa Mariangela Carlesimo, fidanzata di Giovanni Strangio. È lo stesso ragazzo a presentarsi in commissariato a dire di aver trovato la ragazza morta in casa sua, dove convivevano, di ritorno da un viaggio di lavoro a Roma. Qualcuno ha ucciso Mariangela con numerose coltellate, e tutto sembra lasciar credere che l’assassino sia proprio Giovanni.
Salvo si trova ancora una volta in difficoltà, perché tutta la situazione sembra creata ad arte per metterlo nei guai con la politica e per decretare la sua fine professionale. Ma il commissario è come sempre più furbo di chi vuole incastrarlo, e nello specifico del presidente della Provincia, Michele Strangio.
Le indagini serrate di Montalbano, coadiuvato da Augello e Fazio, e anche da Catarella (Angelo Russo, qui la nostra intervista) per la parte informatica, portano a scoprire che la giovane uccisa aveva una relazione con il padre di Giovanni, il professor Strangio, ed era rimasta incinta. Ad uccidere Mariangela è stato proprio Michele che, vistosi ormai scoperto, nonostante l’arresto del figlio, decide di suicidarsi per evitare di affrontare la gogna mediatica.
Per un caso risolto, anche se in maniera così triste, ce n’è ancora uno in sospeso, quello dell’omicidio di Nicotra e dell’assassinio di una guardia giurata, che deve aver certamente assistito al furto nel supermercato. Salvo è certo che dietro ai due delitti ci siano i Cuffaro e quindi anche l’onorevole Mongibello, ma deve dimostrarlo senza finire nei guai. Decide quindi di agire in maniera non ortodossa, servendosi non solo dell’aiuto del giornalista Nicolò Zito(Roberto Nobile) ma anche dell’antiterrorismo, nella persona di un collega vicequestore.
Il piano di Salvo, che si finge ricattatore anonimo di Mongibello, riesce: l’onorevole si presenta con una valigia di soldi falsi per pagare il suo ricattatore, ma viene ucciso dai Cuffaro prima che l’antiterrorismo riesca ad arrestarlo. Salvo crede di non avere più nulla in mano per incastrare i mafiosi, ma il suo collega dell’antiterrorismo è certo che in qualche modo saranno loro, alla fine di tutto, ad avere la meglio.

Fonte:Tvblog



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