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venerdì 26 aprile 2013

The Voice, Fabio Troiano andrebbe sostituito da RaiDue. Come Amanda Lear alla Talpa


A volte non funzionano i programmi, altre i conduttori. Io propongo a RaiDue una sostituzione in corsa. Come ai tempi deLa Talpa con Amanda Lear. Era il 2004 e dopo la prima puntata l’allora Direttore, Antonio Marano, decise di farle subentrare Paola Perego per “problemi di ritmo, di tenuta, legati anche al genere reality. Abbiamo piuttosto valutato l’ impegno che il programma comportava e le difficoltà di linguaggio e costruzione, riconosciuti dalla stessa Amanda Lear. Perciò abbiamo deciso di comune accordo di cambiare e abbiamo ritenuto corretto indicare la Perego”.

Perché non farlo con Fabio Troiano? Con tutto il rispetto per il bravo attore che è, la conduzione non fa per lui (che ha ammesso per primo di aver trovato la diretta faticosissima). E’ assurdo che a farne le spese sia un format come The Voice, che ha bisogno di essere valorizzato da una guida brillante.
Troiano alla conduzione è flemmatico, banale, talmente impacciato da risultare spesso inappropriato, col sorrisino da prima comunione stampato in volto, incapace di qualsiasi intervento personale al di là del complimento generalizzato (quando va fuori dal copione è pure peggio). E su Twitter lo hanno urlato a gran voce tutti, tranne gli addetti ai lavori di The Voice e i conduttori dell’agenzia di Lucio Presta che ne è direttore artistico (Troiano è, invece, rappresentato dalla Moviement).
Il paradosso è che uno come Troiano, senza esperienza televisiva, gestisca una diretta fiume, mentre la titolata Carolina Di Domenico è nelle retrovie. Una che ha fatto gavetta nella tv dei ragazzi e a Mtv e, che quando parla, sa sempre come gestire ritmo e pathos. Oltre ad avere una mise mozzafiato. Perché non fare di lei la Paola Perego di turno, visto quant’è stata convincente nell’Anteprima e nella postazione web?
L’intero primo live show, in realtà, si è consumato in una piattezza desolante, oltre a deludere in quanto a qualità di esibizioni (il cast mediamente non brilla e hanno eliminato troppi cavalli di razza alle Battle).
Abbiamo assistito ad alcune performance terrificanti (mentre la bravissima Michelle Perera è stata sacrificata), a medley a dir poco amatoriali (tranne quello del Team Pelù) e a esibizioni deludenti persino da parte dei professionisti. Per una Carrà disabituata al live e provata dall’età c’è un Antonacci che ha cannato tonalità dall’inizio alla fine.
Se solo Pelù tiene alti gli umori e Noemi si fa una risata ogni tanto, Cocciante è piombato in un mutismo sconcertante, interrotto solo dalle sue polemiche per l’audio.
Insomma, The Voice ha avuto sinora una curva discendente: dalle Blind Audition è stato tutto un percorso al ribasso. Confidiamo sul fatto che correggano il tiro.

Fonte:Tvblog

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