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mercoledì 25 settembre 2013

Massimo Giletti: "In Rai bisognerebbe investire di più sulle persone che conoscono il prodotto"

Si riparte, siamo al decimo anno con l’Arena, un piccolo grande record di continuità, a chi andrà il primo pensiero quando si accenderà la lucetta rossa ?
Entrare nel guinness Tv è sempre una emozione forte. Il primo pensiero andrà a mia madre, che ha sempre creduto in una mia carriera lavorativa al di fuori dell’azienda di famiglia e ai 4.200.000 telespettatori che mi guardano ogni domenica all’Arena, ai quali devo sempre e solo dire grazie.

Terremoto a Vita in diretta con le dimissioni del capo progetto Raschillà. Era girato anche il tuo nome per la conduzione di Vita in diretta, che pensi di questo inizio difficile in termini di ascolti e come l’avresti fatta eventualmente se l’avessi condotta?
Quando si cambia, ci vuole tempo e pazienza. E’ alla fine si tirano le somme, ma questa è certamente una strada molto in salita. In passato mi è stato chiesto più volte di condurre la Vita in diretta, la prima fu nel 98…. Oggi la mia mente è solo per l’Arena l’ho creata l’ho costruita con l’aiuto di Fabio Buttarelli, autore storico del programma. Difficilmente ci rinuncerei e comunque Leone non mi ha mai chiesto quest’anno di condurre Vita in diretta.
Che giudizio dai di queste prime puntate di Vita in diretta ?
Non ho avuto ancora tempo di guardarla. E poi non mi piace dare giudizi sul lavoro altrui.
Avresti fatto tutti questi cambi alla Vita in diretta ?
Per fortuna io conduco un programma e non sono un dirigente, quindi non devo prendere queste decisioni
Se non ci fosse l’Arena per Massimo Giletti cosa ci sarebbe ?
Devi trovare stimoli per fare un programma che possa dare emozioni, ma soprattutto viverle, perché se non le vivi tu in prima persona, non riesci poi a trasmetterle. Se riesco a trovare una idea la trasformo in programma, altrimenti preferisco continuare sulla mia strada.
Se ti avessero chiesto di scegliere fra un talk in prima serata e l’Arena, cosa avresti scelto ?
L’Arena senza dubbio, anche se Leone non mi ha mai chiesto di scegliere.
Si parla tanto di questo benedetto programma di prima serata che ti vedrebbe protagonista. Ce ne parli?
Se deve aumentare l’esercito dei tanti, troppi talk attualmente in onda, che sono tutti più o meno uguali, allora meglio lasciare stare. Non è così che io intendo l’informazione. Bisogna fare inchieste pesanti, toste, forti ed essere molto border-line. Se si è pronti ad accettare un talk di questo tipo, che non ha barriere ne confini, allora si può partire in una avventura. La scuola di Santoro, che è l’unica vincente in prima serata, dimostra che devi andare oltre la notizia, a volte anche in maniera provocatoria. Solo in questo modo puoi fare ascolti in prima serata.
Talk, talk, fortissimamente talk. Ormai in Tv, complice anche la crisi, proliferano i talk show, che ne pensi ?
Francamente non credo, questione costi a parte, si sentisse il bisogno di tutti questi talk show, penso però che alla fine rimarranno solo i più forti e questa cosa verrà sancita dai numeri, cioè dal telecomando. Il successo dei talk è partito con la prima repubblica, sono iniziati con l’idea di portare la gente in televisione, ricordiamo la prima Samarcanda, programmi quelli che sono nati con l’intento di aprire alle piazze. Santoro è sicuramente il modello di riferimento per fare un certo tipo di televisione teatrale, forte, oltre il limite, non condizionabile. E’ un modello difficile da realizzare, perché presuppone una libertà infinita.
In Rai non c’è questo presupposto di libertà?
Spesso la libertà viene confusa con la libertà di fare l’interesse dell’una o dell’altra parte. La libertà a cui mi riferisco è l’onestà intellettuale di non avere referenti politici e quindi convogliare tutte le energie per creare un prodotto televisivo forte. La libertà te la devi conquistare con la tua credibilità, spetta poi chi è al vertice difenderti.
L’Arena è un programma che ospita spesso politici, che ne pensi del rapporto politica-Rai, alla luce dei tuoi 20 anni nell’azienda televisiva pubblica ?
E’ inutile essere ipocriti, il servizio pubblico dipende dal parlamento e quindi rispecchia i pregi ed i difetti del sistema politico. Da un lato garantisce il pluralismo, dall’altro è molto legato alla qualità della politica che si fa nel paese. Siccome per me è prioritaria l’intelligenza delle persone, posso dirti che percentualmente in azienda ho avuto più dirigenti che hanno saputo interpretare questo legame con la politica in modo corretto.
Che ne pensi del fatto che diminuiscano sempre di più gli uomini di prodotto in Rai ?
In Rai ci sono degli ottimi dirigenti, ma credo che bisogna ritornare ad investire sugli uomini di prodotto, che stanno sui programmi e che capiscano le difficoltà per fare una trasmissione e ne vedo sempre di meno. Vedo cioè sempre meno uomini attenti al prodotto e che invece pensano ad altro. Ci sono moltissime professionalità in azienda, io stesso i miei programmi li produco internamente, con bravissimi professionisti, che dovrebbero però essere valorizzati di più. Gli esempi ultimi di nomina di tre capistruttura come Fasulo, Di Iorio e Rizzelli, vanno certamente verso questa direzione, ma credo si debba fare ancora di più.
Parliamo degli ascolti in calo dei talk show
Partiamo dal fatto che siamo ancora a settembre, poi va detto che la base di ascolto dei talk show è il 20% a sera, se tu inizi a mettermene 3 ogni sera uno in fila all’altro contemporaneamente è poi chiaro che i numero vanno a dividersi. Poi mi viene da ridere quando sento dire che Floris va male, i dati vanno letti anche in base alla contro programmazione. Martedì scorso Ballarò aveva contro il calcio, quindi è assolutamente normale che perda qualche punto rispetto alla sua media. Vedo quindi in giro una certa superficialità nel commentare i dati di ascolto.
Se fossi al posto di Urbano Cairo, il proprietario di La7, come modelleresti il palinsesto della rete ?
Cairo è un uomo molto intelligente e competente. Lo si vede dal fatto che il suo gruppo pubblicitario va benissimo, nonostante si stia vivendo un periodo di crisi. L’idea di portare Miss Italia è giusta per certi versi, perchè apre la possibilità a La7 di ampliare il suo bacino di pubblico. Capisco che Mentana non voglia in qualche modo “sporcare” l’immagine di La7, però capisco anche che un imprenditore come Cairo, voglia fare incasso ed aprirsi altre strade e non rimanere solo in una nicchia ed un occasione come questa, con Miss Italia praticamente a costo zero, non se la vuol lasciar scappare.
Con chi hai lavorato meglio, parlando di dirigenti Rai ?
A Del Noce, che per primo ha creduto in me, rimane un grazie infinito, per avermi lanciato alla prima Arena. Poi Mazza mi ha concesso fiducia triplicandone la durata e con Leone sto lavorando benissimo. La cosa però che accumuna questi tre uomini è che non sono mai intervenuti nelle mie scelte, lasciandomi sempre libero.
Per avere Grillo da te, cosa arriveresti a sacrificare ?
E’ una domanda che non mi pongo, perché Grillo non verrà mai nella televisione generalista.
Torni a dividere la Domenica con Mara Venier, che per altro disse che il primo anno volevano far condurre a lei L’Arena, mentre lei preferì cedere la conduzione a te, come va con Mara ?
L’Arena è oggi lontana parente da quelli di dieci anni fa. Se uno guarda l’Arena di allora e guarda quella che è diventata oggi, la vede un lontano parente, anzi neppure un parente. Mara è un volto forte, una donna che sa gestire la telecamera e la diretta come poche altre. Come tutti, può piacere o non piacere, è una donna però che sembra fatta apposta per la domenica e sono molto felice di lavorare con lei.


Fonte:Tvblog

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