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venerdì 20 settembre 2013

Sanremo 2014, Fabio Fazio: "Jovanotti ha altri impegni, di Fiorello non so nulla. Saviano? Vedremo"

Dopo mesi di indiscrezioni Fabio Fazio ha per la prima volta parlato pubblicamente delle guest star che potrebbero affiancarlo (insieme alla sicura Luciana Littizzetto) al Festival di Sanremo 2014. Partiamo da Jovanotti, che pare abbia detto no:

Gliel’ho proposto dopo aver visto la meraviglia del suo spettacolo negli stadi. Sarebbe stato un gran regalo. Ma ha altri progetti. (…) Non so se da qui a febbraio cambierà idea. Lo spero, ha un gran carica positiva, una formidabile intensità che lo fa essere incredibilmente in sintonia con il Paese. Come è stato la colonna sonora di questa estate, mi piacerebbe che fosse la colonna sonora del prossimo Festival.
Molte meno possibilità ci sono invece di vedere sul palco sanremese Fiorello (”non ne so nulla) con il quale in passato Fazio ha avuto anche incomprensioni (per usare un eufemismo). In merito a Roberto Saviano, invece, “sarebbe bellissimo vederlo su quel palco. Vedremo”. Tolto il dente degli ospiti, ecco le altre dichiarazioni rilasciate dal conduttore genovese a Il Messaggero. Fazio ha detto che, sebbene sia alla sua quarta edizione, “io sono dell’idea che il Festival debba cambiare spesso timoniere per sorprendere il pubblico”. Però
non si può sempre stare a fare calcoli da triplo salto mortale. Fare il lavoro che faccio è già una grande fortuna. E poi, se la Rai chiede di rifarlo, non bisogna essere egoisti.
Fazio, da domenica 29 settembre al timone della undicesima edizione di Che tempo che fa, ha poi annunciato - naturalmente con poca precisione e molta vaghezza - che tipo di Festival metterà in piedi a febbraio 2014:
Faremo quello che nessuno si aspetta: cioè seguire lo schema dell’anno scorso, magari con più leggerezza. Possiamo far peggio, in quel caso ci inchineremmo al nostro festival precedente.
Alla fine ha chiosato, dimostrando (anche se non avevamo particolari dubbi) di sapere in maniera puntuale cosa è Sanremo:
Far Sanremo non è andare alla guerra. È un programma molto vecchio, che confina con il popolare e con il trash. Ma la tv è cambiata oggi, ci sono mille linguaggi. Ci vorrà un cast lontano dallo stereotipo, anche se questa è una categoria da addetti ai lavori. Per me il festival va preso come l’Expo di Parigi, dove tutti vanno per mettersi in mostra. Ma chi verrà dovrà venire felice di esserci e non da terrorizzato.


Fonte:Tvblog

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