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sabato 25 gennaio 2014

Madre, aiutami, la Chiesa in tv con i suoi difetti, compresi quelli della fiction

Il pubblico di Raiuno è abituato a fiction con preti e suore: inevitabile pensare che “Madre, aiutami” otterrà un buon consenso, anche grazie alla buona interpretazione di Virna Lisi, ancora una volta nei panni di una suora dopo essere statasorella Alberta ne “Le ali della vita”.
Qui, però, invece che comandare con forza studentesse ribelli, si ritrova a dover affrontare la tragedia di un attacco alla missione nella quale si trovavano delle consorelle che aveva istruito.
La premessa della fiction di Raiuno è buona: raccontare la realtà delle missioni ad un pubblico generalista con un giallo che mostrasse i pregi ed i difetti del clero. Un po’ come “Mission”, però sfruttando il mezzo della fiction e non del documentario, la miniserie cerca di raccontare il mondo nel quale si trovano numerose suore italiane e non solo, in mezzo a guerre ma anche a popolazioni in cerca di aiuto.
Le intenzioni, però, non permettono alla fiction di perdersi in qualche difetto di costruzione della trama, che pecca in alcuni punti di un’eccessiva semplificazione del racconto, sempre per un pubblico vasto ma non per questo incapace di seguire storie più approfondite. Ecco che, allora, “Madre, aiutami” si rivela un progetto interessante che risente il timore della fiction nostrana di andare davvero al centro della storia.
Innegabile la bravura della Lisi: l’attrice, da sola, rende la miniserie più interessante di quanto potrebbe essere con altre attrici. La dimostrazione che chi sa recitare riesce a contribuire alla qualità di un racconto anche quando ci sono dei difetti “tecnici”, come una regia che si perde in troppi primi piani ed alcuni personaggi macchiestici.
“Madre, aiutami” riesce però a portare in prima serata su Raiuno un tema che è spesso discusso ma difficilmente arriva in tv in prime time: la protagonista deve farsi carico delle responsabilità dell’attacco e dell’uccisione delle consorelle, stando a quanto sostengono alcuni personaggi, tra cui alcune suore, che accusano l’eccessivo entusiasmo di suor Germana“I fedeli che perdete qui li andate a recuperare in Africa”, dice il giornalista Oscar (Alessio Di Clemente) alla protagonista: la Chiesa risulta divisa tra chi vuole davvero agire e chi pensa che sia meglio guardare da lontano.
La storia sembra poter raccontare una Chiesa più reale rispetto a quella che la tv ci mostra, con i pregi ed i difetti. La protagonista che toglie il dipinto di Gesù crocefisso da una stanza e mette quello della Madonna per far piacere ad una bambina dice molto sulle reali intenzioni della fiction: mostrare l’umanità di una Chiesa che vuole cambiare, ma sembra intrappolata in luoghi comuni che nemmeno la televisione riesce ad allontanare. Ma da qui a riuscire a realizzare una miniserie che possa far cambiare idea al pubblico, ci vuole un po’ di sforzo in più.



Fonte:Tvblog

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